 
TENORES DI BITTI Caminos de pache
Dunya Records fy 8088
Prodotto da Beppe Greppi, registrato da Fabio Barovero a "Su Cuile de Calavrina de Vitzi" Studio mobile - giugno 2004mixato da Fabio Barovero e Beppe Greppi a Mulino House, mastering Aldo Bergamasco, cover photo Franco Rivoira, photo Ottica Murgia Siniscola, design Marzia Ardissono, Fuocofisso
Ospiti:
Totore Chessa organetto in "S’ISPOSU DE BATTORONE"
Luigi Lai launeddas in "SA GROBES DE S’ANNUSSATA"
ITE M’IMPORTA SA VIDA (BALLU LESTRU) 2.34
OPERAS DIVINAS (BOCHE ‘E NOTTE) 7.55
SATIRAS DE REMUNNU (PASSU TORRATU) 4.25
UN OJADA A SA PACHE (CANTU A ISTERRITAS) 4.11
S’ISPOSU DE BATTORONE 5.14
MUTTOS 4.54
S’OCCABULERA (BALLU DILLU) 3.17
SA BELLA ARMONIA (S’ANDIRA) 3.04
BATTOS TURRITAS E UNU CADDONE 3.18
S’ISCRAVAMENTU 4.45
SA CELLA UMIDOSA (BALLU SERIU) 3.27
SA GROBES DE S’ANNUSSATA (GOZOS) 4.38
Il canto polifonico “a tenore” è tipico delle zone agricole in particolare del centro della Sardegna e affonda le sue radici in tempi remoti. Usualmente il leader e il solista (boche) del quartetto si incarica di dettare il verso d’inizio, seguito e “circondato” dalle armonie degli altri componenti (mesa ’oche, contra e bassu) per giungere a creare sonorità di grande fascino. Esse, sul piano dell’intensità, dell’espressività e del calore esecutivo, sono in grado di rivaleggiare con le più celebri musiche per coro internazionali, per esempio quelle provenienti dalla Georgia o dalla Bulgaria. A distanza di quasi vent’anni da Ammentos (1986, Felmay), cui ha fatto seguito Intonos, (Felmay), e un disco per la Real World), i TENORES DI BITTI sono tornati in sala di registrazione non soltanto per celebrare i loro trent’anni di onoratissima attività, ma soprattutto per riaffermare le potenzialità di un’arte che sa trovare al suo interno le capacità per mantenersi viva e contemporaneamente rinnovarsi. Caminos de pache (sentieri di pace), con i suoi testi volti a rispecchiare la speranza nel presente e nel futuro, dimostra infatti di non essere soltanto ancorato a una tradizione millenaria, benché gloriosissima, ma anche in grado di proporre l’attualità in musica.
I TENORES DI BITTI, pur con una formazione a metà rinnovata, si riconfermano dunque come il migliore “vocal group” sardo e non solo, a testimonianza della bontà di una “scuola” che nel corso del tempo ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione di artisti quali Frank Zappa, Peter Gabriel, Lester Bowie, Ornette Coleman, i quali a più riprese hanno tessuto l’elogio del quartetto o ne sono rimasti talmente affascinati al punto di aver collaborato direttamente con esso.
Un altro importante spunto di interesse che traspare da Caminos de pache è dato dalla presenza in un paio di brani di due strumentisti di assoluto valore, quali sono Luigi Lai e Totore Chessa, rispettivamente virtuosi di launeddas e di organetto. È da notare come si tratti della prima volta che i TENORES, su disco, decidono di far interagire le loro inconfondibili voci con sonorità strumentali. Questa scelta, lungi dal rappresentare una rottura della tradizione o un deterioramento di una supposta purezza vocale, permette al contrario di ottenere un efficace effetto di novità e di “spaesamento”, pur all’interno di un quadro generale di assoluto rispetto della tradizione. Caminos de pache, nel riconfermare il quartetto sardo ai suoi massimi livelli non mancherà di suscitare ammirazione e sorpresa in quanti sinora non avevano ancora avuto la fortuna di ascoltare le loro magiche interpretazioni.
Beppe Greppi
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